ACSE on LINE 3/5 2010

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scuola

lunedì 26 luglio 2010

Commenti sul ricordo di P.Renato e P.Paolo a3.n16

ACSE ON LINE a.3 n° 16
Il 17 LUGLIO L’ACSE ha voluto ricordare, con una Celebrazione Eucaristica a cui è intervenuto Mons. Oscar Rizzato, i suoi fondatori P. Renato Bresciani e P Paolo Serra, Missionari Comboniani.
P. Renato Bresciani dopo molti anni di missioe in Sudan venne espulso nel 1964 e, arrivato a Roma, si prese a cuore la difficile situazione degli emigrati sudanesi. Fu il primo in Italia a sensibilizzare la socità civile e religiosa sul problema degli immigrati che oggi è diventato problema nazionale. Cominciò l’assistenza nel 1969 prima ai sudanesi poi allargando a tutti i rifugiati e immigrati.
P. Serra Paolo prese le redini dell’ACSE nel 1995 dalla morte di P. Renato e guidò l’ACSE fino al 2005.
Il 19 luglio Ci ha scritto Adriano Candioli, che ha conosciuto ambedue:

Carissimi, domenica avrei voluto dire alcune cose su queste due belle figure di comboniani , lo faccio ora con questo mio appunto.
Padre Bresciani e Padre Serra avevano due grandi carismi, quello di vedere cose che altri non vedono e di saper coinvolgere i laici su grandi temi di rilevanza sociale, quelli della lotta alla povertà, alla inclusione sociale, all’accoglienza, alla capacità di far emergere qualità nascoste che sono in noi e che loro avevano individuato . e che lavorando assieme ci avevano fatto scoprire e valorizzare. Ricordo che padre Bresciani , andando tre volte alla settimana nelle carceri , ci aveva fatto notare che gli immigrati che allora erano meno dell’uno per cento della popolazione complessiva del ,paese rappresentavano più del 20% della popolazione carceraria . Forte di questa esperienza , quando arrivarono a Roma circa duemila profughi dall’Etiopia, Eritrea e Somalia la sua prima preoccupazione fu quella di sottrarre tutta questa gente dal rischio di finire in carcere, perché in quell’inferno ci si arriva quando non si trova lavoro e non si ha nulla da dare da mangiare ai propri bambini . Venne dato l’avvio alla prima grande operazione di accoglienza e di affido che la città di Roma aveva prima di allora sperimentato. Molte famiglie che frequentavano l’ACSE vennero coinvolte direttamente nelle operazioni di affido dei loro bambini, vennero mobilitate parrocchie della città : Molti di noi parteciparono a quella grande mobilitazione e sperimentammo che l’accoglienza non è un problema ideologico ma del cuore , della capacità di ascoltare gli altri nella loro diversità di cultura e religione . Non accogliemmo quindi solo bambini ma tutta la loro famiglia superando così atavici pregiudizi e luoghi comuni. Padre Serra ebbe una grande intuizione quella di lavorare per il “rientro” di giovani laureati, provvisti di competenze tecniche e professionali da mettere al servizio dell’Africa perché le lusinghe del benessere allora come anche oggi , sottraggono grandi risorse intellettuali a quel Continente. Da quell’intuizione è nato il primo rapporto di “partenariato” all’interno del mondo comboniano , tra l’ACSE e l’associazione Economia Alternativa, rapporto che ora si è esteso ad altre associazioni quali Somirenec Amici per il Centrafrica e Terra di Tutti . E’ nel loro ricordo e nel loro esempio che queste iniziative vengono portate avanti . Desidero continuare le mie considerazioni sulle figure di Padre Bresciani e Padre Serra incentrandole sulle problematiche dell’affido. L’affidamento di un bambino fa parte delle grandi esperienze della paternità. Molti di noi sono padri nella “carne” nel senso che hanno generato figli, ma la paternità che nasce dall’affido ha caratteristiche profondamente diverse, è di natura “spirituale” , temporanea ma anche questa inserita nella grande linea della charitas , nel dono di sé. Pur essendo di natura più spirituale tuttavia è assai diversa da quella spirituale del religioso/a. E’ una ricchezza di cui gode non solo il padre adottante ma tutta la società , è un elemento trasformante del principio dell’accoglienza, non si può accogliere lo straniero alla porta di ingresso della città ma va accolto nella famiglia che è il nucleo centrale della società. . Nella mia famiglia sono entrati cinque “affidati”, quindi posso dire di aver fatto una ricca esperienza di tale istituto. Devo ringraziare padre Bresciani che , dandoci questa possibilità, ci ha fatto comprendere la ricchezza di questo tipo di amore. , ed ho sentito risuonare dentro di me le parole che Dio ha messo sulla bocca del profeta Ezechiele : “ Vi toglierò questo cuore di pietra, metterò dentro di voi un cuore di carne “. Ho fatto quindi diverse esperienze di paternità ma tutte nascono dal Cuore del Padre , questo è anche nella linea dello spirito comboniano, dalla contemplazione del “cuore Trafitto” nascono le diverse esperienze dell’amore. Quando senti operare in tè questa trasformazione , allora tutta la tua affettività, il tuo impegno verso gli altri senti che si apre a 360 gradi. Quello che io ho sentito molto probabilmente è stata anche l’esperienza di tanti altri e quindi la molteplicità di questi affidi ha generato una esperienza nella società che non va rimossa ma valorizzata . adriano

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