ACSE on LINE 3/5 2010

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lunedì 7 febbraio 2011

ACSE on LINE n° 3 - Febbraio 2011- DAKAR

Riceviamo e pubblichiamo le notizie che ci giungono dal nostro corrispondente che vive il "FORUM SOCIALE MONDIALE " in Dakar - SENEGAL:
P.Alex Zanottelli

Dakar 6 febbraio 2011
Da Gorée alla marcia del Forum sociale mondiale
Il gruppo dei missionari e missionarie aveva deciso, prima di partecipare alla marcia di inaugurazione del Forum sociale mondiale di Dakar, avvenuta oggi 6 febbraio, di andare in pellegrinaggio penitenziale all’isola di Gorée, che dista pochi chilometri di mare da Dakar.
Come missionari sentivamo il bisogno di chiedere perdono per i milioni di schiavi, molti dei quali partiti proprio da Gorée, trasportati alle Americhe: la cosiddetta “tratta Atlantica”. E’ uno dei più grandi genocidi della storia umana. Sentivamo il bisogno di chiedere perdono sia come europei, gli autori di questo traffico umano, sia come cristiani per i nostri silenzi e complicità nella tratta.
Dopo aver visitato i luoghi significativi dell’isola, abbiamo deciso come missionari di compiere un’azione simbolica dalla chiesetta San Carlo Borromeo, nel cuore dell’isola, fino alla Casa degli schiavi.
Il missionario comboniano congolese, Janvier Kabeya, dopo aver indossato la veste liturgica per l’eucarestia, è stato legato mani e corpo con una corda e abbiamo iniziato la processione penitenziale lungo le stradine, tra le casupole coloniali dell’isola. Lungo le viuzze ci sono state cinque tappe in cui abbiamo riflettuto e legato l’esperienza degli schiavi alla passione di Gesù.
Arrivati alla Casa degli schiavi, deposti alcuni lumi davanti alla porta, ci siamo inginocchiati e padre Janvier ha chiesto perdono a Dio e all’umanità non solo per le nostre colpe nella tratta, ma anche per le nostre complicità e i nostri silenzi nelle nuove schiavitù di oggi.
Siamo poi ritornati nella chiesetta per celebrare l’eucarestia domenicale. Alla fine della messa, ognuno dei missionari si è assunto l’impegno pubblico, concreto e quotidiano per la giustizia e la pace e la difesa del creato.
A quel punto la comboniana Clara, del Mozambico, ha slegato Janvier come testimonianza che Dio ci libera proprio perché possiamo impegnarci per la vita.
Con questo spirito siano tornati a Dakar, la grande città senegalese che conta oggi due milioni di abitanti, e ci siamo inseriti nella grande marcia inaugurale del Forum mondiale sociale partita dalla grande moschea di Dakar per concludersi all’università cittadina “Cheikh Anta Diop”, dove si svolgerà la settimana del Forum (6-11 febbraio).
Siamo rimasti meravigliati dalla grande partecipazione popolare. Abbiamo attraversato il corteo, osservando attentamente le varie delegazioni con i loro striscioni e cartelli. Una manifestazione tipicamente africana, con canti, balli, tamburi: il senso vero della festa africana. Pacifica. Ordinata e ben organizzata. La partecipazione popolare è stata sicuramente più consistente della marcia di Nairobi, del 2007.
La riuscita di questo evento è, secondo noi, dovuta al fatto che la società civile in Africa occidentale è molto più viva che nel resto del continente. Qui lavorano grandi organizzazioni di contadini, in difesa della terra, delle sementi, dell’acqua e dei loro prodotti. Ecco il perché di una così consistente partecipazione alla marcia.
E questo fa ben sperare per l’Africa. Ben sapendo che solo dal basso possono avvenire i grandi cambiamenti.
La marcia si è conclusa nel grande vialone dell’università, davanti a un enorme palco, da dove ha incitato la folla il presidente della Bolivia Evo Morales, già presente a Belém (Brasile) nel 2009.
Arrivati da Gorée turbati dall’aver rivissuto la tragedia della schiavitù di ieri e quella di oggi, ci ha grandemente confortato questa vitalità africana, che ci ha entusiasmato e ha rafforzato in noi la convinzione che ci può essere un’altra Africa.
Alex Zanotelli

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