ACSE on LINE 3/5 2010

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lunedì 22 marzo 2010

ACSE on LINE 3/4 PASQUA 2010



Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi anno 3 nº 4
Direttore: P.Claudio Crimi , missionario comboniano - Via S. Pancrazio 17b - 00152 Roma Marzo -Aprile 2010
Sede dell’ACSE Via del Buon Consiglio 19 – 00184 ROMA tel. +39.06.6791669Collaboratori alla redazione: Francisco Morales; Grazia Gasparri; Filippo Marino; Flavien del Burundi; Enrica Inghilleri Italia; Enza Giuffrè..

ROMA COMUNICATO STAMPA 22-3-10
Proteste a Lampedusa, attacchi a Torino, violenze a Rosarno, pestaggi mortali e ripetuti degli stranieri, infine l’ultimo attacco proditorio al centro bengalese di Roma, del 15 marzo. A tutto ciò si aggiunga il lessico utilizzato da certi media che associano la presenza degli immigrati in Italia sempre e soltanto al problema della sicurezza dei cittadini alimentando pericolose e false equazioni e cercando di dare agli immigrati la colpa di tutti i problemi del paese. Certamente qualcosa non funziona nel processo di integrazione tra italiani e stranieri. Sembra di assistere a una lotta fra poveri, e chi ne esce sconfitto è sempre il più povero: l' immigrato.
Non possiamo tralasciare il fatto che a commettere le ultime aggressioni razziste sono stati dei giovani, alcuni ancora studenti: grave sintomo di sentimenti razzisti e xenofobi anche tra le nuove generazioni protagoniste di una società che sta diventando sempre più multiculturale.
Da una ricerca della Presidenza del Consiglio risulta che il 43% dei giovani italiani manifestano chiusura verso gli stranieri. Gli studenti immigrati vedono e sentono la differenza del livello di vita , tra le loro famiglie e gli italiani. Capiscono e vedono i loro genitori umiliati da leggi che badano solo all’utilità economica, dimenticando la persona. Anche se la media degli immigrati ha un alto livello scolastico, nella nostra società sono relegati ai lavori più umili. Queste differenze, causate da leggi inadeguate, possono generare un pericoloso malcontento oltre che fomentare ingiustizie più gravi.
Il governo deve preoccuparsi di questi fatti e assieme alla comunità deve cercare con tutti i mezzi di promuovere rispetto e giusto trattamento per queste persone di cui l’Italia ha assoluto bisogno. Per questo motivo vogliamo esprimere la più ferma condanna a tutte queste forme di violenza, invocando giustizia per le vittime, in particolare per questo ultimo e gravissimo episodio dell’attacco al Centro Bengalese di Roma alla Magliana. L’ingiustizia e la violenza non pagano,: chiediamo rispetto e attenzione per la dignità di tutti coloro che vivono nel nostro paese senza discriminazioni.

Dato in Roma il 22-3-10
Emesso dai MISSIONARI COMBONIANI di San Pancrazio,
Sottoscritto dal CENTRO ACSE, CENTRO ASTALLI

Chiediamo di divulgarlo a più persone possibile.


Chiediamo di divulgare questo comunicato a più persone possibile, infatti dobbiamo sensibilizzare l’opinione pubblica sulla situazione critica in cui vengono a trovarsi gli immigrati in Italia.
Il 15 gennaio 2009 i Missionari Comboniani avevano fatto un primo comunicato stampa che diceva:
I missionari comboniani riuniti in assemblea a Pesaro , esprimono la loro preoccupazione per il deterioramento della situazione degli immigrati in Italia.
Il governo chiede un ulteriore contributo finanziario agli stranieri per far fronte alla attuale crisi economica. Questa tassa non ci trova d’accordo. La maggioranza degli immigrati già contribuisce con sacrificio alla nostra società.
Lo fa offrendo servizi non più svolti dagli italiani.
Lo fa accettando salari più bassi della norma.
Lo fa garantendo sostegno ad anziani e disabili non più seguiti
dalle loro famiglie.
In linea con l’insegnamento del nostro fondatore , San Daniele Comboni, chiediamo a tutti gli italiani di accogliere senza preconcetti questi nostri fratelli e sorelle.
Il nostro paese ha prodotto oltre 50 milioni di emigrati negli ultimi cento anni. Ricordando questa esperienza vogliamo dare spazio a chi vuole vivere tra noi e contribuire alla crescita del nostro Paese… Non possiamo essere d’accordo con chi vede in queste persone dei criminali. No ad un reato di clandestinità che esclude rifiutando i diritti fondamentali della persona.


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Vi proponiamo anche parte del comunicato di Sr. Adele Brambilla, Generale delle Comboniane,in occasione dei respingimenti del maggio 2009, che potrebbe essere anche oggetto di meditazione e di preghiera. Questo scritto fa capire che la spiegazione degli avvenimenti odierni ha radici nel passato. Non si può sperare nulla di buono da una politica che da anni sta predicando chiusura e respingimenti.
COMUNICATO DI SR. ADELE BRAMBILLA. Superiora generale delle Suore Missionarie Comboniane DOV’E’ TUO FRATELLO? SON FORSE IO IL CUSTODE DI MIO FRATELLO? Gen. 4,8-10 maggio 2009“Non c’era posto per loro” (Lc 2, 7).
La mattina del 6 maggio, tre imbarcazioni con 227 persone a bordo hanno lanciato un allarme di soccorso mentre si trovavano a circa 35 miglia a sud dell’isola di Lampedusa. Una disputa tra il governo maltese e quello italiano su chi avesse la responsabilità d’intervenire ha ritardato le operazioni di soccorso, alla fine intraprese da due navi della guardia costiera italiana, che hanno poi ricondotto i migranti a Tripoli in Libia senza fermarsi in un porto italiano. Le notizie da tutte le agenzie del mondo si sono subito rincorse come viene qui riportato, ma nulla è stato fatto per contrastare un evento funesto, foriero di scenari non certo rassicuranti. Una delle tre barche salvate dal naufragio si trovava in mare da 6 giorni, a bordo anche 41 donne, di cui 3 in stato di gravidanza. Vi erano anche bambini sui barconi… “ E' legittimo presumere secondo - Save the Children - la presenza di bambini tra i migranti rimandati in Libia, ai quali pertanto non sarebbe garantita protezione, così come previsto dalla Convenzione dei Diritti dell'Infanzia e dell'Adolescenza, ratificata dall'Italia". Tutto il mondo è rimasto sconvolto da questa mossa inaudita.
Dal Pontificio Consiglio per i Migranti al Sir, dalla Caritas all’Osservatore Romano: la preoccupazione è unanime. «La normativa internazionale prevede che i possibili richiedenti asilo non siano respinti, e che, fino a che non ci sia modo di accertarlo, tutti i migranti siano considerati rifugiati presunti». citando Quyen Ngo Dinh, presidente della Commissione migrazioni di Caritas Europa e responsabile dell’area immigrati della Caritas di Roma, scrive che «qualsiasi respingimento in mare lede il diritto d’asilo» e definisce “una vergogna” il fatto che siano state respinte persone che «hanno già subito delle persecuzioni nei rispettivi Paesi».... Esprimiamo grave e seria preoccupazione per la sorte delle persone rimandate in Libia a cui si aggiunge profondo sconcerto e dolore per le pubbliche manifestazioni di esultanza di alcuni organi di governo. Il respingimento coatto in Libia di uomini, donne e bambini operato dalle autorità italiane è assolutamente inaccettabile. Senza aver avuto la possibilità di presentare domanda d'asilo, questi migranti ora rischiano di subire maltrattamenti oppure di essere riconsegnati ai loro persecutori….”
Tutti gli Stati europei sono vincolati all'osservanza di questa legislazione internazionale e del principio di non-refoulement (respingimento); che afferma che nessuno può essere respinto in Paesi in cui possa essere esposto al rischio di subire tortura e punizioni o trattamenti crudeli, inumani e degradanti.
Di fronte a questa parola di Luca istintivamente ci domandiamo, quasi meravigliandoci: perché, in quella notte, non c’era posto per loro? Perché il mondo non l’ha riconosciuto? Perché i suoi non l’hanno accolto?
Eppure ci rendiamo conto che anche oggi si ripete questo dramma: la politica del negare l’accoglienza, del respingimento, del muro impenetrabile, delle barriere che invocando la giustizia, arrivano a considerare legale respingere, spingere oltre, affidare all’ignoto, al pericolo, alla possibilità di un ritorno senza ritorno, la vita di tanti nostri fratelli e sorelle senza che ciascuna di noi personalmente, le nostre comunità, la società intera ne parli, si interroghi e giunga a unirsi in una concreta presa di posizione…ù “Non c’era posto per loro” Sì, in questa Parola ci dobbiamo tutti sentire coinvolti e colpevoli. …Dio ha gridato nella notte anche a ciascuno di noi. Ma da che parte sta il mio cuore? Nel silenzio della notte, mentre lo strazio dei profughi illusi e beffati ancora una volta diventa grido di dolore, c’è una domanda che ripercorre il tempo dei secoli:
“Dov’è tuo fratello?” …“… Son forse io il custode di mio fratello?” (Genesi 4,9) dopo millenni di storia, di civiltà, di evangelizzazione, è ancora questa la nostra risposta?

Carissimi amici vi segnaliamo la pubbllicazione del libro di Gabriele Del Grande.
Potete leggere la scheda del libro e della sua esperienza nel sito sotto indicato.(20 giorni in strada, armato di sacco a pelo e taccuino) Visitate anche il sito Fortress Europe.
Oggetto: Il nuovo libro di Gabriele Del Grande, fondatore di: FORTRESS EUROPE
presenta
ROMA SENZA FISSA DIMORA
Venti giorni in mezzo alla strada
armato di sacco a pelo e taccuino
per raccontare le storie della città degli esclusi

"Questo réportage è importante anzitutto perché restituisce identità, storie e corporeità a chi, pur non avendole perdute, è come se non le avesse più. Il libro di Del Grande dimostra che un giornalismo umano e del tutto privo di cinismo è possibile" (dalla prefazione di Stefano Trasatti)
Pubblicato da “Infinito edizioni” con il contributo di Redattore Sociale. Leggi l'antefatto: Da viaggiatore: Le recensioni su l'Unità, Redattore Sociale, Corriere Nazionale, Radio Rai 1, Radio In Blu, Radio Vaticana One O Five, Radio Meridiano 12, Radio Città Futura, Il Cassetto, Fondo Magazine
Tutto su
http://romasenzafissadimora.blogspot.com/

NOTIZIE DELL’ ACSE:

1) Durane la quaresima abbiamo cercato di prepararci a festeggiate la Pasqua e in particolare ci sono 15 bambini di immigrati, di vari paesi africani, che riceveranno il battesimo. Padrini e madrine provengono dalle nostre comunità Cristiane italiane.

2) Il 21 marzo abbiamo realizzato un incontro di riflessione con immigrati e amici italiani sul tema: "Quale è la difficoltà dell’incontro tra popoli e culture? Si potrà superare? "
Sono intervenuti i nostri amici immigrati che ci hanno raccontato le loro difficoltà e anche belle esoerienze, che ha permesso loro di inserirsi positivamente nella comunità e nella società. Ma è stato anche detto che non pochi italiani, quando vedono un africano, si stringono la borsa e si girano dall’altra parte perchè pensano che stia chiedendo l’elemosina. Non riescono a immaginare che in mezzo agli immigrati africani ci possa essere un grande numero di giovani universitari, tecnici, infermieri, economisti. Su questo punto la convinzione unanime è stata che bisogna aumentare la conoscenza reciproca. Senza conoscenza vera scattano immediatamente i pregiudizi. In molti paesi d’Africa quando uno dice di essere italiano, gli rispondono : “Ah!... Italiano,... quindi mafioso!” Come noi di fronte a un africano come reagiamo? Africano?... quindi... “

3) In luglio del 1990 Il Card. Martini scriveva: “l’Europa non deve e non può essere egoisticamente chiusa in se stessa, ma deve mostrarsi capace di continuare a consacrare risorse ed energie nuove allo sviluppo e alla pacificazione del mondo intero...”...ma “ il processo di immigrazione non può essere lasciato a se stesso così da assumere una forma anarchica e incontrollata”..a livello della nstra società .”manca però un chiaro concetto di integrazione che vada al di la di quello dell’accoglienza e della coabitazione.” Come diceva il gruppo di Vescovi Europei fin dal 1979 “ occorre sviluppare una visione globale che tenga presenti le condizioni delle famiglie straniere nei nostri paesi e assicuri loro la misura più alta possibile di sicurezza sociale, libertà di decisione e partecipazione, uguaglianza di prospettive... mediante l’inserimento nella società e il riconoscimento di tutti i diritti.” ( da Famiglia Oggi n° 46, 1990, pag.44)

4)La Pasqua prossima deve aiutarci a realizzare la capacità dell’accoglienza, della condivisione e dell’apertura usando come criterio Gesù Cristo, morto e resscitato, e non già l’approvazione dell’ opinione pubblica dominata sempre dal gruppo più forte al momento. Dobbiamo saper scegliere la giustizia e la fraternità come Gesù ci ha insegnato in mezzo ad attacchi, a critiche, a calunnie e a condanne. Esattamente come hanno fatto con LUI.





BUONA PASQUA 2010 !!!



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