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sabato 19 dicembre 2009

Acse on line Copenhagen Natale 2009

INTERNAZIONALE18/12/2009 23.02
A COPENHAGEN, TRATTATIVE A OLTRANZA IN UN'ATMOSFERA DI DELUSIONE
Natura e Ambiente, Standard
Non è ancora tutto perduto alla Conferenza mondiale sul clima ma al termine della giornata, mentre le trattative continuano a oltranza, sembrano profilarsi le ipotesi di un "accordo imperfetto" o di un nuovo appuntamento negoziale. A “raffreddarsi” sembra solo la speranza, non certo la temperatura globale del pianeta, scrive il quotidiano della Santa Sede "L’Osservatore Romano": a Copenhagen, conferma dagli Stati Uniti il “New York Times”,regnano “caos” e “frustrazione”. Dal brasiliano Luis Ignacio Lula da Silva al russo Dmitrij Medvedev, presidenti importanti hanno già lasciato la capitale danese; l’assemblea plenaria della conferenza potrebbe però tornare a riunirsi dopo la conclusione di nuove consultazioni tra i dirigenti europei e Barack Obama. L’ultima bozza di accordo allo studio non fissa tappe intermedie per la riduzione delle emissioni di gas serra, ma solo nel lontano 2050 tagli del 50% a livello globale e dell’80% da parte dei paesi ricchi. Alcune organizzazioni ambientaliste hanno criticato Obama per non aver offerto nulla a Copenhagen, ma secondo molti osservatori il presidente è ostaggio di una maggioranza difficile al Congresso e non ha potuto promettere di più. A meno di sorprese clamorose l’impegno americano resta dunque un taglio del 4% entro il 2020 rispetto al livello del 1990, molto meno del 20% annunciato già due anni fa dall’Unione Europea. Nessuna novità anche dall’altro grande inquinatore del pianeta, la Cina, che calcola il taglio del 40% entro il 2020 sulle singole unità di prodotto interno lordo, cioè al netto della crescita economica. A peggiorare il quadro è stata nel pomeriggio la scomparsa dalla bozza d'intesa dell’articolo che prevedeva nel 2010 il passaggio dall’“accordo” politico a un trattato vincolante. Nel testo si fa invece riferimento al fondo per aiutare i paesi poveri, che nel 2020 dovrebbe avere una dotazione di 100 miliardi di dollari. Non abbastanza, secondo la maggior parte delle organizzazioni ambientaliste e le delegazioni del Sud del mondo. Per il G77, un gruppo guidato da Cina, India, Brasile e Sudafrica ma che interpreta almeno in parte anche le posizioni dei paesi poveri, la bozza è “debole” e “senza ambizioni”. “Greenpeace” denuncia il rischio che l’aumento della temperatura globale oltre i due centigradi rispetto all’era preindustriale “cancelli” molte isole del Pacifico e “devasti” l’Africa. Secondo l’arcivescovo Celestino Migliore, capo della delegazione della Santa Sede, “è triste che non si riesca a mettersi d'accordo su questioni tanto urgenti”.[VG] TRATTO DA MISNA AG.

1 commento:

  1. A quanto pare è difficle mettersi d'accordo anche per le cose che tutti sanno che bisogna fare, ma siccome ognuno deve rinunciare a qualcosa...., si spera che prima comincino gli altri. La realtà è che l'essere umano non vuole cambiare finchè non si prende la tegola in testa. Le conseguenze del disastro climatico saranno altri milioni di profughi e rifugiati che si presenteranno alle nostre frontiere chiedendo aiuto. Cosa faremo? Diremo che se ne tronino a morire nella loro terra rovinata dalla siccità provocata dalle nostre intemperanze?
    Apriamo gli occhi prima che sia tropo tardi. Gesu Cristo è la luce che viene.!!!
    Buon Natale!!!

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