ACSE on LINE 3/5 2010

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scuola

lunedì 31 gennaio 2011

ACSE 2011 - Prima Convivenza 30 gennaio

Commenti sull’ incontro della CONVIVENZE all’ A.C.S.E. del 30 gennaio 2011
ROMA



1°CONVIVENZA del 2011 -- Domenica 30 gennaio si è svolta la giornata di “CONVIVENZA” organizzata presso la sede dell’ACSE in Via del Buon Consiglio,19. Ci siamo riuniti una quarantina di persone di varie nazionalità. C’ erano rappresentanti dell’India, un bel gruppo del Bangla desh, Uganda, Sudan, Finlandia, Congo, Perù, Burkina Faso, Kenya, Costa d’Avorio, Burundi, Isole Mauritius, Togo, Camerun e Italia. Lo scopo dell’ incontro realizzato al pomeriggio dopo il pranzo, era quello di riflettere sulle difficoltà dei matrimoni e in particolare dei matrimoni misti. Dirigevano l’incontro la Dr.sa Valeria, consulente matrimoniale dell’università del S.Cuore , presente con suo marito Giulio e l’avvocato Enza Giuffrè, anche lei consulente marimoniale nella stessa Università. Ha Partecipato all’ incontro anche il sig. Franco Pittau responsabile dei servizi statistici della Caritas che, con un intervento “molto interessante” ci ha spiegato non solo l’ utilità, na la necessità della presenza in Italia degli immigrati e ci ha invitato a compiere una azione di sensibilizzazione a tutti i livelli per trasmettere a tutti queste idee:
1- L’ italia per sopravvivere ha bisogno della presenza degli immigrati.
2- Sono false le dicerie che sostengono che tra quarant’anni la maggioranza degli italiani sarà mussulmana perche tra 50 anni gli immigrati potrenno arrivare al massimo a 12 milioni circa di cui un cospicuo numero di cristiani su un totale di circa 67 milioni di abitanti.
3- E’ quindi ingiusto e riprovevole fomentare paure false incolpando gli immigrati di tutte le malefatte possibili, quando tra gli immigrati la criminalità è presente nella stassa proporzione degli italianai. Purtroppo in Italia c’è una politica contro gli immigrati che copia gli stessi atteggiamenti di anni fa quando si cercava di respingere i “terroni” o italiani del sud, arrivando a scrivere sulle porte di bar pubblici : “proibita l’ entrata a cani e meridionali” !
4- Non dimentichiamo che in questo momento abbiamo la presenza di 5 milioni di immigrati regolari che aiutano 3 milioni di familie italiane come badanti, colf e domestiche rendendosi indispensabili e altri milioni nel campo dell’agricoltura , dell’ edilizia e dell’ industria . Infine “Gli immigrati versano alle case pubbliche più di quanto prendono come prestazioni e servizi sociali.” Con l’apporto di 7 miliardi di contributi previdenziali l’anno, che hanno portato al risanamento del bilancio dell’INPS. (pag.124 di “Mercato Occupazionale e Immigrazione”). Senza di loro salterebbero le pensioni degli italiani!!!
Dobbiamo ringraziare Franco Pittau della “Caritas di Roma” per le informazioni forniteci con la distribuzione gratuita dei libri seguenti :
-“Mercato occupazionale e Immigrazione” a cura di “European Migration Network”
-“ Osservatorio Romano Sulle Migrazioni” Settimo Rapporto
- “ Luoghi di incontro e di preghiera degli immigrati di Roma e Provincia” realizzato in collaborazione tra la Caritas diocesana e la Migrantes di Roma e Lazio.

Questi libri ci servono per essere informati e informare con obiettività su un problema che la maggior parte della popolazione conosce solo per sentito dire, o per suggestioni ispirate dalla paura fomentata da qualcuno che ha sporchi interessi da difendere. Ci aiuteranno a guardare il fenomeo “Immigrazioni” con simpatia e apertura.

Sul tema delle difficoltà dei “matrimoni” e dei “matrimoni misti” abbiamo concluso:
Tutti i matrimoni sono misti perché nella normalità dei casi i coniugi provengono da culture, ideologie o anche fedi differenti. Un Pugliese che sposa una Ligure avrànno simili difficoltà di un finlandese che sposa una milanese o un africano che sposa una italiana.
In sostanza :quanto più differenze, tanto più difficoltà.
Come fare? Ecco alcuni sugerimenti:
a) Bisogna conoscersi prima di sposarsi affrontando e scoprendo tutte le differenze, studiando il modo di superarle o accettarle. La conoscenza reciproca deve essere senza drammatizzazioni.
b) Bisogna sempre dire la verità…con umiltà, carità e amore
c) Bisogna imparare a gestire i conflitti
d) Bisogna essere disponibili all’altro
e) Bisogna saper ascoltare e comunicare…
f) Bisogna saper perdonare e chiedere perdono
g) Bisogna difendere sempre l’ AMORE, salvando i figli
h) Si deve essere disposti al sacrificio
i) Bisogna tener conto della comunità in cui viviamo senza rigettarla e senza esserne schiavizzati. Di fatto la comunità esiste (famiglie, comunità religiose o sociali) e sono un grande valore, nonostante i limiti possibili.
Questi suggerimenti sono nati dall’ ascolto delle esperienze vissute da alcuni dei presenti stranieri, che avevano realizzato matrimoni con Italiani, raccontandoci le difficoltà oncontrate.
Il clima dell’incontro è stato veramente fraterno e ha dimostrato che persone di origini e culture tanto differenti possono convivere in pace ed essere amici.
Questo è l’obiettivo principale di questi incontri che ovviamente trovano non pocje difficoltà

La giornata era cominciata al mattino con la celebrazione della santa Messa, aperta ai cristiani e per chi vollesse, che ci aveva proposto le letture della parola di Dio che erano proprio una sfida per tutti noi. La prima lettura del profeta Sofonia tra l’altro diceva: (Sof.3,12)..”Non proferiranno menzogna ; non si troverà più nella loro bocca una lingua fraudolenta…” In (I Cor. 1,27-28) si dice: …”Ma quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo Dio lo ha scelto per confondere i forti”…e il Vangelo delle beatitudini poi completa l’ idea dicendo che ciò che è stoltezza per il mondo, è invece vita per chi crede: (Mt.5,4-7 ) “ Beati quelli che sono nel pianto perché sarano consolati. Beati i miti , perché avranno i eredità la terra. Beati quelli che hanno fame e sete di giustizia , perché saranno saziati. Beati i misericordiosi. Perché troveranno misericordia.”… ecc.
Questa certamente è la sfida più grande per noi che troppo spesso ci crediamo i sapienti della terrra. Abbiamo bisogno di umiltà e di verità se vogliamo veramete salvarci.
Come sempre il piatto di maccheroni offerto dall’ACSE si è unito ad altri piatti succulenti offerti dai partecipanti. Veramente una dimostrazione di fratellanza universale bellissima ! Dio Ci guidi , la marcia è ancora lunga, ma il cammino è marcato !
P.Claudio in collaborazione con François e Paul rispettivamente della Costa d’Avorio e del Burkina Faso. 31 gen.2011 Roma

lunedì 24 gennaio 2011

GENNAIO 2011 N° 1

Abbiamo cominciato un bell'anno 2011. Che ne dite? noi diciamo lo stesso : BUON ANNO A TUTTI. FAREMO DEL NOSTRO MEGLIO PER RENDERE IL 2011 UN ANNO RICCO DI BENE PER TUTTI!!! UNITEVI A NOI.
La situazione politica e sociale va di male in peggio. La classe politica al potere certamente ha bisogno di una ripulita. Hanno bisogno di essere messi nella candeggina per vedere se riescono a togliersi di dosso l'odore di "monnezza" che li avvolge. In particolare sappiamo che le menzogne non hanno mai costruito nulla di buono, come pure l'ingiustizia e la violazione dei diritti umani. Il nostro paese ha proprio bisogno di riscoprire i valori della bontà, della verità, del rispetto per la donna , del rispetto per il povero, per lo straniero, per il debole, per i un bambini, per i vecchi. Insomma la Stampa e i mass media per seguire le vicende del premier hanno perso la trebisonda e il governo praticamente si è bloccato tra il disgusto generale, l'ironia e la presa ingiro della stampa straniera e la confusione degli stessi cittadini italiani.

Ecco perchè come non mai sentiamo la voglia di respirare aria pura.
Questo si può fare se riusciamo a rilanciare il nostro servizio alla società e in particolare ai più diseredati e più poveri. Per questo l'A.C.S.E. hA ricominciato le sue attività, i suoi servizi per gli immigrati e i suoi incontri di formazione uniti agli incontri religiosi di preghiera.
Vogliamo quindi comunicarvi che il prossimo 30 gennaio avremo una CONVIVENZA all' A.C.S.E.:

DOMENICA 30 GENNAIO 2011 “CONVIVENZA” CON VOLONTARI , AMICI IMMIGRATI E AMICI DELL' A.C.S.E.
TU SEI INVITATO !!

DOVE: A.C.S.E. (Associazione Comboniana Servizio Emigranti ) Tel. 06.6791669 In VIA DEL BUON CONSIGLIO, 19. ROMA
(3ₐ traversa a destra, di via Cavour da Fori Imperiali, circa 300m. Oppure al primo stop del Bus n° 75 e n° 84 in Via Cavour verso Termini. Si entra in Via del Cardello e dopo 40 metri ci si trova nella piazzettadell’ACSE
TEMA: a) 2°incontro sulle “ DIFFICOLTA’ DEI MATRIMONI e
IN PARTICOLARE DEI MATRIMONI MISTI. “
b) Analisi della “situazione” attuale in Italia della DONNA immigrata e valori base dei diritti degli Immigrati”. Come è considerata la donna oggi? (gruppi d. s.)
ORARIO: ORE 10.00 ARRIVO E ORGANIZZAZIONE
ORE 11.00 S. MESSA (per cristiani e chi lo desidera)
ORE 12.00 PREPARAZIONE PRANZO
ORE 13.00 “PRANZO DI ANNO NUOVO” con menù del 2010:
” piatto di maccheroni e ….condivisione di quanto si porta”
ORE 14.00 SVILUPPO DEI TEMI: Con la Dr.ssa Valeria Longo
Consulente matrimoniale dell’Università Cattolica.(Seguono gruppi di studio).
ORE 15.30 Presentazione e consegna GRATUITA da Parte del Dir. Franco Pittau e Collaboratori dei seguenti volumi del
“DOSSIER STATISTICO// CARITAS-MIGRANTES”:
1- “Osservatorio Romano sulle migrazioni”
2- “Immigrati a Roma e Luoghi degli incontri di preghiera”
3- “Mercato occupazionale e Immigrazione.”
Accompagna musica e proiezioni P.Point ( Coordina la Direzione ACSE e collaborano tutti).
ORE 16.00 : Commento sulla sitauzione dei Cristiani d’ Egitto dopo l’attacco bomba . del 31 dic. 2010. (Lettera di Enrico Gonzales , Miss. Comboniano in Egitto)
ORE 16.30 CONCLUSIONE E PARTENZA. L’unione fa la forza!
Buon Annno Nuovo a tutti!

DOBBIAMO ANCHE CAPIRE come le nazioni più ricche sfruttano e rovinano le nazioni più povere e come l'egoismo e l'avidità dell'essere umano lo porta a commettere delitti estremi. Quando ci si chiede il perchè dei disastri umani, il perchè delle migrazioni dobbiamo sapere che sempre c'è lo zampino di qualche potente della terra. Ecco un esempio della Francia che noi dobbiamo conoscere visto che l'Italia dipende dfall'elettricità fornita dalle centrali nucleari francesi.
Dobbiamo leggere e diffondere:

Che la luce sia - Areva nel Niger
Suoi partigiani descrivevano l’energia nucleare come una forma energetica sicura, pulita e verde. Tuttavia, la produzione dell’energia nucleare richiede del combustibile che è sperimentato dall’attività distruttrice e mortale dalle miniere di uranio. Queste possono avere degli effetti catastrofici sulle comunità vicine e sull’ambiente per milioni di anni a divenire. Vi sono pochi luoghi, dove questi effetti nocivi sono risentiti più distintamente che in Niger.

Quando l’uranio è stato scoperto nel Niger impoverito negli anni 1960, molti hanno pensato che la scoperta avrebbe contribuito allo sviluppo economico e sociale del paese. Sfortunatamente, si è rivelato un regalo avvelenato. Oggi, il Niger è un paese più povero del mondo, classificato uno degli ultimi secondo l’Indice dello Sviluppo Umano nel Programma delle Nazioni Unite (PNUD) con 40% di bambini sottopeso.

Mine d’uranio per soddisfare i bisogni della Francia.

Le miniere d’uranio nel Niger sono sfruttate principalmente dall’impresa pubblica francese Areva che, secondo i suoi propri termini, si classifica tra le prime nell’industria dell’energia nucleare mondiale. Areva importa la metà del suo uranio dal Niger. La Francia ha sfruttato le miniere all’uranio nel Niger durante gli ultimi quaranta anni ed essa è il principale investitore straniero nel paese. In Francia, più di due lampadine su tre sono illuminate dall’uranio del Niger, tanto che la popolazione locale non ha l’accesso all’elettricità. Sfortunatamente, i consumatori in Europa non sono generalmente coscienti di quello che si trova dietro la produzione elettrica, quando s’illumina una lampadina.

In aprile 2010, Greenpaece ha pubblicato un rapporto¹ denunciando che Areva ha contaminato l’ambiente intorno al sito minerario d’Arlit e d’Akokan, a circa 850 km al Nord di Niamey, capitale del paese. Le due città (Arlit e Akokan) sono state create all’origine dall’Arava per alloggiare i lavoratori.

La contaminazione tocca circa 80.000 persone. La radioattività calcolata ad Akokan era 500 volte maggiore della norma. I consumi radioattivi sono stati utilizzati anche per la costruzione delle strade. Alcuni pezzi di consumo del metallo radioattivo sono stati venduti al mercato locale d’Arlit, con un tasso di radioattività che andava fino a cinquanta volte il livello normale dello sfondo. La gente del luogo utilizza questo materiale per costruire le loro case. Ad Arlit, Greenpeace ha misurato nell’acqua potabile una concentrazione d’uranio superiore quattro volte il limite raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Salute.
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¹Greenpeace, 2010, Abbandonati nella polvere. L’eredità radioattiva d’AREVA nelle città del deserto nigeriano.

In generale, su più di quarant’anni di sfruttamento, si è utilizzati più di 270 miliardi di litri d’acqua nelle miniere, contaminando e prosciugando la falda acquifera. L’acqua è pompata da una falda freatica – acquifera Tarat – di una profondità di 150 metri. E’ una falda acquifera fossile, cioè vuol dire che l’acqua non si rinnova facilmente, ci vorranno milioni d’anni perché si possa riempire di nuovo. La diminuzione della riserva d’acqua ha anche dei forti impatti sociali ed economici, ed essa minaccia particolarmente i pastori nomadi. In un paese dove la terra fertile per l’agricoltura è rara, le comunità si trovano in competizione per le risorse agricole. In Niger, non c’è che 11,5% di terra arabile. Il fatto che la falda acquifera si svuota, aumenta la velocità nel rendere deserto, il declino notevole del terreno verso uno stato arido e secco. La trasformazione in deserto è causata dai pascoli eccessivi, grandi sfruttamenti della falda freatica e la deviazione dei corsi d’acqua per la consumazione umana e uso industriale. Ora, il Sahara stende le sue sabbia con una velocità di 5 km l’anno.

Già nel 2007 una ricerca scientifica da CRIIRAD, una commissione indipendente di ricerca della radioattività basata in Francia aveva trovato a livelli elevati le radiazioni nelle strade d’Akokan. In settembre 2009, Areva ha preteso che una cartografia dettagliata della radioattivata e un programma completo della decontaminazione erano stati eseguiti sotto il controllo delle autorità nigeriane, sfortunatamente questa realtà è stata tutta differente.

L’esposizione alla radioattività può causare dei problemi respiratori, delle malformazioni ai nascituri, la leucemia e il cancro, questo, per nominare solo qualche effetto sulla salute. Dei testimoni locali confermano l’incidenza elevata del cancro come causa del decesso, ma Greenpeace Internazionale e i Medici senza Frontiere hanno deplorato che è impossibile determinare statisticamente le cause dei decessi in mezzo ai lavoratori della miniera e la popolazione locale, a causa del mancato accesso ai dati. In affetti, l’Areva controlla gli ospedali delle due città e questi nosocomi sono sospetti di classificare intenzionalmente il cancro come AIDS o altre malattie. Questo permette ad Areva di pretendere sfacciatamente che non c è stato un solo caso di tumore attribuito allo sfruttamento delle miniere negli ultimi quarant’anni. I Medici senza Frontiere si sono lamentati di aver lanciato un programma di cooperazione con Areva per applicare le misure di sicurezza per la salute e il lavoro nelle miniere che la società sfrutta in Africa, ma l’Areva non ha cambiato per niente le sue pratiche.
In dicembre 2010, Greenpeace ha svelato che circa 200,000 metri cubi di fango radioattivo erano colati nella miniera d’uranio Somair, sfruttata da Areva vicino ad Airlit, perché le piscine che contenevano i consumi nucleari si erano fessurate.³

Conclusione

Ogni giorno che passa, i Nigeriani sono esposti alla radiazione, la malattia e la povertà senza avere alcun beneficio – mentre Areva tira miliardi dalle loro risorse naturali. Le rendite d’Areva nel 2008 sono state di 13,1 miliardi d’euro, con un beneficio di 589 milioni di euro. Intanto, la società continua a investire troppo poco denaro per garantire i livelli fondamentali di salute per la popolazione vicino alle miniere d’uranio. L’Agenzia governativa del posto per sorvegliare o controllare le azioni d’Areva manca di personale e di fondi, ed essa non ha dei mezzi di misura efficaci per misurare efficacemente le radioattività dell’aria. In più, il governo del Niger sembra più preoccupato a contrapporre degli ostacoli e delle restrizioni alla ricerca di Greenpeace che d’agire contro Areva. Sono assolutamente necessari più controlli e supervisioni, anche stando il dato che Areva ha l’ intenzione di aprire un’altra grande miniera a Imouraren nel 2013 o 2014.

Thomas Lazzeri

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²IPS News, 2010, Lack of data on causes of death buffers french company (le manque de donne sur les causes de décès protège la compagnie français).

³ Greenpeace, 2010, radioactive spill at AREVA uranium mine Niger (Déversement radioactivf à la mine d’uranium AREVA au Niger).

COME VEDETE, IL LAVORO PER UN FUTURO POSITIVO PER L'UMANITA'è GRANDISSIMO
NESSUNO HA DIRITTO A DIRE :"IO NON POSSO FARE NULLA"! tutti uniti possiamo fare molto. Intanto cominciamo a prendere coscienza della realtà.


ECCO ALLORA UNA ATTIVITA' DELL' A.C.S.E. CHE E' COMINCIATA QUEST' ANNO CON NOSTRE VISITE ALLA STAZIONE OSTIENSE DI ROMA DOVE SAPEVAMO CHE C'ERANO POVERI E IMMIGRATI CHE "DORMONO" ALL'ADDIACCIO.
RESOCONTO: Roma 20 gennaio
CARISSIMI
volevo condividere con voi quella che e' stata la prima esperienza di contatto con gli immigrati che dormono alla stazione ostiense.
Ci incontriamo alle 20.00 io, Abdul e Filippo. Essendo Abdul il contatto diretto con questa esperienza ci facciamo guidare da lui. Abdul ha portato con se due sacchi a pelo.
Arriviamo sul binario nove, in fondo c'e' un gruppetto formato da tre persone presumibilmente di origine asiatica/indiana.
Iniziamo a chiacchierare con loro. Uno di loro e' una conoscenza di Abdul, hanno dormito nella stessa area della stazione.
E' ubriaco, Abdul gli chiede come mai ha iniziato a bere prima non lo faceva. Accenna una risposta ma poi vuole uno dei due sacco a pelo. Abdul lo tranquilliza e gli promette che glielo dara' a fine giro.
Iniziamo a parlare con un secondo componente del gruppetto ci racconta che lavorava a Milano nella societa' che gestisce la metropolitana. Ha moglie e figli nel suo paese di origine. Quando gli chiediamo come mai si trova in quella situazione ci dice che ha iniziato a giocare al casino' e ha perso tutto. Per questo motivo e' stato costretto a licenziarsi dalla societa' in cui lavorava e ha deciso di venire a Roma. Ha il permesso di soggiorno. Ci chiede di aiutarlo a scrivere un curriculum. Gli scrivo un biglietto con su l'indirizzo dell'acse e il nome di Sr. Lina, dicendogli di chiedere di lei in modo che lo possa indirizzare all'interno dell'acse a qualcuno che gli possa dare una mano a scrivere il curriculum. Chissa' se verra!Intanto arriva l'altro componente del gruppetto. A turno si danno il cambio attorno a un fornello da campeggio dove stanno preparando la loro cena! Quest'ultimo con molta difficolta' nella lingua ci racconta che esce ed entra dalla prigione! e' disconnesso nei suoi ragionamenti, molto probabilmente ha dei problemi relazionali!
La loro cena e pronta, salutiamo e decidiamo di spostarci su un'altro binario.
La stazione e' ancora mezza deserta, mai i posti sono prenotati con dei cartoni e coperte. Arrivano dei treni provenienti dalla stazione tuscolana. Iniziano a scendere un po' di immigrati, Abdul ci racconta che alla stazione tuscolana c'e' la distribuzione di panini, the', ed altri viveri. I viveri della stazione tuscolana sono migliori di quelli che vengono distribuiti a Ostiense.
Ordinatamente e silenziosamente gli immigrati si avviano verso quello che sara' il loro posto letto per la notte! Abdul riconosce e saluta un suo amico connazionale. ci raggiunge e parlano tra di loro nella loro lingua di origine. Si capisce che c'e' molta familiarieta' tra i due. Abdul ci racconta che quando e' arrivato a Roma e' stato proprio lui che gli ha indicato la stazione ostiense come posto dove dormire. Questo ragazzo senegalese, apre la busta che ha con se' e ci offre un cornetto! Sembrera' strano, siamo andati per dare qualcosa invece stiamo ricevendo noi qualcosa!
Dopo qualche minuto di chiacchiere questo ragazzo ci saluta e si avvia verso il fondo del binario per preparasi per la notte!
La stragrande maggioranza sono afgani e curdi, molti africani. Poche donne, per il tempo che siamo stati in stazione ne avremo viste solo due.
Decidiamo di andar via, all'ingresso della stazione incontriamo un'altro amico di Abdul, origine marocchina o tunisina. Inizia a parlare dei governi africani, della ricchezza di questo e/o quesll'altro stato. La situazione politica dei paesi del nord africa. Si capisce che ha voglia di chiacchierare. Ci intratteniamo un po' con lui poi questa volta siamo noi a salutarlo!Salutiamo Filippo e accompagno Abdul all'acse!
Ci siamo ripromessi di ritornarci. Tramite un mio amico sto cercando di mettermi in contatto con il centro di accoglienza e gestione dei senza fissa dimora alla stazione Termini. Forse la prossima settimana,se ci riusciamo, facciamo un giro li. I primi incontri penso ci serviranno per avere un quadro generale della vita da senza fissa dimora alcuni per scelte sbagliate nella vita come il primo gruppetto altri per necessita'! ... Tutti pero', avranno in comune questa notte il loro misero giaciglio fatto di cartone per isolarsi dal pavimento e tante coperte per riscaldarsi in questa fredda notte di gennaio!
Buonanotte, Sabino

Roma Domenica 24 gen. 2011
Carissimi amici dELL' A.C.S.E.,
Domenica 24 gennaio sera, dopo la prima visita del gruppetto di Sabino, siamo riusciti con un secondo gruppo, ad andare a vedere la situazioe della stazione Ferroviaria Ostiense. Siamo arrivati alle 20,30. Presenti P.Claudio , Alli Tea, Teodoro Orsot e Filippo Marino. Il gruppo di stranieri più consistente da noi incontrato è stato quello degli Afgani. C ‘ era un gruppetto di africani, in particolare Eritrei in numero di 10 circa. Il totale delle persone senza tetto erano circa 50.
Verso le 21 c’è stata la distribuzione di un pasto da parte della comunita Parrocchiale di San Saba. Raccolte informazioni, si è appurato che ogni sera ci sono comunità o parrocchie che si responsabilizzano della distribuzione di almeno 60 pasti. Ogni comunità o gruppo che aiuta si responsabilizza di una o due serate al mese. I capi di ogni comunità o gruppo si coordinano tra loro e a quanto sembra il centro di coordinamento è quello della Comunità di sant’ Egidio. Abbiamo distribuito 4 sacchi a pelo a un africano del Camerun, da 3 anni i Italia senza condizioni, e a tre Afgani arrivati da poco. Abbiamoanche fornito il nostro indirizzo ACSE perché possano approfittare dei serivizi soprattutto della scuola di Italiano e del dentista. Alli Tea aveva portato un pacco di sferografiche e buste di plastica per documenti, che sono spariti in un momento. Mentre parliamo sotto gli spifferi del vento, uno degli afgani ci offre del te caldo cheaveva ricevuto in una bottiglia di plastica dal gruppetto della parrocchia di San Saba. Filippo dice: almeno ci scaldiamo le mani. P.Claudio si fa riempire un bicchiere di plastica e beve pensando: questa gente, in queste condizioni si preoccupa di offrirci un bicchiere di te caldo... a noi!!.Quando partiamo ci si saluta fraternamente. Il mondo potrebbe veramente essere migliore!
Abbiamo concluso che si deve approfondire il tipo di intervento che la nostra piccola comunità ACSE possa fare e ne studieremo le modalità al prossimo incontro del sabato. Risulta che la presenza dei volontari del Coro Gam che avevano aderito all’iniziativa si rende difficile perché tutti vivono lontano dal centro di Roma, e non è facile per loro il ritorno a casa dopo le dieci di sera. Teodoro per stare con noi è arrivato da Ostia e per tornare a casa ha dovuto prendere il treno e poi un autobus con più di un’ora e mezza di viaggio.
Parlanod con Sabino si è visto che l’emergenza immigrati che dormono all’adiaccio è il freddo. Sabino si impegna a entrare in contatto con il Comune per ottenere coperte e anche sacchi a pelo, visto che le nostre riserve ACSE sono ridotte al minimo per essere già state distribuite. Prossimamente vedremo cosa fare in questo settore di attività.
Buon lavoro a tutti. P.Claudio