ACSE on LINE 3/5 2010

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scuola

martedì 27 luglio 2010

Chi nasce in Italia non può essere apolide. a.3 n°18

Cinquanta firmatari per una riforma presentata alla Camera
Immigrati, proposta bipartisan per una nuova legge sulla cittadinanza
Il Carroccio rifiuta di sottoscrivere
Modificare la legge 5 febbraio 1992 per permettere agli immigrati di seconda generazione di diventare cittadini italiani a tutti gli effetti. Una proposta bipartisan, sottoscritta da cinquanta deputati di tutti gli schieramenti politici ad eccezione del Carroccio, fondata sullo jus soli temperato, criterio secondo cui è più importante la nascita in Italia più che la stabilità del nucleo familiare. Verrebbe così abbandonando lo jus sanguinis.
Articoli Collegati
• Immigrati, tra discriminazione e ricongiungimenti familiari
Il capogruppo del Partito della Libertà in commissione Cultura della Camera Fabio Granata, e il deputato del Pd Andrea Sarubbi sono i promotori, assieme ad altri 50 firmatari, di un testo per far ottenere la cittadinanza agli stranieri dopo cinque anni di residenza. Con la riforma diventerebbe italiano lo straniero maggiorenne che soggiorna in Italia da 5 anni, che supera un test di integrazione civica e linguistica e che presta giuramento vincolante alla Costituzione. Diventa inoltre italiano chi è nato da genitore soggiornante in Italia da almeno 5 anni, il minore straniero che completi con successo un ciclo di studi e lo straniero che sia sposato con un cittadino italiano da almeno 2 anni. Se la proposta riuscisse a diventare legge i criteri per fare domanda non sarebbero più meramente burocratici e quantitativi (per ora bisogna essere residenti in Italia da dieci anni), ma qualitativi. Cardine della riforma lo jus soli temperato, la nascita in Italia. Si vuole quindi favorire l'integrazione reale dello straniero in Italia.

Alla conferenza stampa alla Camera era presente la nazionale Under 15 di cricket, i giovani che hanno regalato la coppa europea di cricket all'Italia. Della squadra solo tre sono italiani: gli altri sono bengalesi, indiani, cingalesi, inglesi e marocchini. Benché nati e cresciuti nel nostro Paese, sono ancora in attesa della cittadinanza. I giovani sportivi sono diventati il simbolo della proposta di legge, visto che il Presidente della Camera li aveva portati come esempio della faragginosità dell'acquisizione della cittadinanza. Gianfranco Fini al 42° convegno delle Acli di Perugia aveva dichiarato: «I campioni juniores del cricket, che vivono qui, vanno a scuola qui e parlano il dialetto sono molto più italiani rispetto ai nipoti di nostri immigrati in Argentina o in Brasile».

«Bisogna governare i processi, anziché averne paura - sottolinea l'onorevole Granata -. È una proposta che fa perdere consensi? Ma le leggi non si fanno per avere consensi elettorali. Il percorso non è semplice, ci sono difficoltà politiche, ma si deve passare da una cittadinanza burocratica ad una vera richiesta di integrazione». L'onorevole Sarubbi, anch'egli promotore, definisce la situazione interna alla maggioranza vista dall'opposizione: «Per i numeri in Parlamento c'è bisogno del Pdl: è importante che si discuta con il partito di maggioranza relativa, anche con le ali più vicine culturalmente alla Lega. Solo così potremo allargare il consenso. La chiave politica adesso è vedere cosa accadrà nel Pdl: dimostreranno di essere un partito in grado di governare il Paese, affidabile e soprattutto indipendente, oppure dovranno cedere a logiche non della politica con la P maiuscola, ma della quotidianità?».

Il nodo da sciogliere è infatti interno al Pdl: la Lega Nord è fermamente contraria a questa proposta di integrazione. «La Lega - precisa Granata - ha accolto la proposta con una forma pregiudiziale di contrarietà, anche legittima perché hanno una loro impostazione. Nonostante la reazione non favorevole, su alcuni aspetti, come i termini per la cittadinanza legati a un filtro, si può dialogare anche con la Lega. Anche se la Lega finora ha accolto la nostra proposta di legge con un “no” pregiudiziale, il Pdl andrà avanti lo stesso». «Sono certo che il Pdl aderirà al gran completo a questo testo - conclude Sarubbi - anche perché vorrà dimostrare che ragiona con la propria testa e che è un partito diverso dalla Lega. Vorrà far capire che è indipendente dal Carroccio. Altrimenti perché non indossare anche loro una camicia verde?».
(valentina venturi - video: valerio perogio)2009-09-23 17:05:06
Fonte foto: ami

lunedì 26 luglio 2010

Parla Frei Bento sull'Europa!!! a.3 n°17

ACSE ON LINE a. 3 n° 17
Credo che per capire la trasformazione in atto nel mondo globale dobbiamo sentire cosa dice Frei Bento in un articolo apparso sul settimanale brasiliano “Correio da Cidadania (N°519) con il tritolo :” Europa . Primo mondo?”
DECREPITA EUROPA

L’Europa occidentale ha già raggiunto il culmine del suo benessere? Qual è il futuro di un vecchio Continente che non produce più scienza e tecnologia e che trasferisce le sue industrie in Paesi poveri in cui la manodopera è più a buon mercato? L’impressione è che l’Europa sia in una fase di stallo. Che si preoccupi solo di preservare il suo comfort. Che abbia perduto l’illusione dell’utopia, il vigore intellettuale, la densità della fede. Che è stato dei valori cristiani in questa società che esalta la competitività al di sopra della solidarietà, e che investe milioni in biogenetica e cosmetici, indifferente alla sofferenza di quattro miliardi di esseri umani che, secondo l’Onu, vivono al di sotto della linea della povertà?
Perché provocano tanta paura gli immigrati? Sono terroristi potenziali? Chi ha colonizzato le loro terre e succhiato le loro ricchezze minerarie e naturali, lasciando dietro di sé una scia di miseria e dolore? Perché l’Europa Occidentale guarda all’America Latina attraverso l’ottica del pregiudizio? …
Perché i templi cattolici europei sembrano accogliere più turisti che fedeli?... Perché tanti europei si mobilitano contro malattie (Aids, cancro…), incidenti (sulle strade e al lavoro) e violenze (terrorismo, guerra, omicidi…) ma si mostrano indifferenti di fronte al principale fattore di morte precoce, la fame? …Che futuro desiderano i cristiani europei per l’Europa e per il mondo? …Che segni di solidarietà effettiva con i poveri dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina si danno da parte dei cristiani europei?
Relegare nell’oblio le radici indigene dell’America è un modo cinico di tentare di coprire il genocidio commesso dall’impresa del colonialismo. Se c’è una realtà tragica a cui va giustamente applicato il termine “olocausto” è in America. Durante il primo secolo della colonizzazione sono stati assassinati milioni di indigeni. In nome della civiltà e della fede cristiana……L’etnocentrismo europeo, ancora oggi, impedisce che l’America sia riconosciuta nella sua identità, nella sua cultura e nei suoi valori. …Il diverso è apparso come divergente, lo strano come minaccioso, l’inusitato come maledetto.
Europa civilizzata?

Si parla del ritardo dell’America Latina, della povertà che condanna a una vita indegna 200 milioni di abitanti su un totale di 500 milioni, dei massacri di contadini in Guatemala e dei bambini di strada in Brasile. Ma cosa rappresenta questo di fronte alla quantità di morti delle due grandi guerre mondiali che hanno avuto l’Europa come teatro, all’eredità di miseria e genocidio lasciata dagli europei nelle loro colonie in Africa o alle attuali inique relazioni commerciali tra Nord e Sud del mondo?

C’è un altro principio pedagogico che l’Europa non è stata capace di assorbire: la testa pensa dove poggiano i piedi.
L’eurocentrismo è la malattia senile di una cultura che si è distanziata dalla realtà e il cui universo, pertanto, è collocato al di sopra della vita reale. È stato nella Germania di Kant, di Beethoven e di Einstein che Hitler trovò il brodo di coltura sfociato nelle atrocità del nazismo. Il Portogallo ha avuto Salazar, l’Italia Mussolini, la Spagna Franco… E oggi si può dire che l’Europa Occidentale sia lo spazio per eccellenza della democrazia?

Commenti sul ricordo di P.Renato e P.Paolo a3.n16

ACSE ON LINE a.3 n° 16
Il 17 LUGLIO L’ACSE ha voluto ricordare, con una Celebrazione Eucaristica a cui è intervenuto Mons. Oscar Rizzato, i suoi fondatori P. Renato Bresciani e P Paolo Serra, Missionari Comboniani.
P. Renato Bresciani dopo molti anni di missioe in Sudan venne espulso nel 1964 e, arrivato a Roma, si prese a cuore la difficile situazione degli emigrati sudanesi. Fu il primo in Italia a sensibilizzare la socità civile e religiosa sul problema degli immigrati che oggi è diventato problema nazionale. Cominciò l’assistenza nel 1969 prima ai sudanesi poi allargando a tutti i rifugiati e immigrati.
P. Serra Paolo prese le redini dell’ACSE nel 1995 dalla morte di P. Renato e guidò l’ACSE fino al 2005.
Il 19 luglio Ci ha scritto Adriano Candioli, che ha conosciuto ambedue:

Carissimi, domenica avrei voluto dire alcune cose su queste due belle figure di comboniani , lo faccio ora con questo mio appunto.
Padre Bresciani e Padre Serra avevano due grandi carismi, quello di vedere cose che altri non vedono e di saper coinvolgere i laici su grandi temi di rilevanza sociale, quelli della lotta alla povertà, alla inclusione sociale, all’accoglienza, alla capacità di far emergere qualità nascoste che sono in noi e che loro avevano individuato . e che lavorando assieme ci avevano fatto scoprire e valorizzare. Ricordo che padre Bresciani , andando tre volte alla settimana nelle carceri , ci aveva fatto notare che gli immigrati che allora erano meno dell’uno per cento della popolazione complessiva del ,paese rappresentavano più del 20% della popolazione carceraria . Forte di questa esperienza , quando arrivarono a Roma circa duemila profughi dall’Etiopia, Eritrea e Somalia la sua prima preoccupazione fu quella di sottrarre tutta questa gente dal rischio di finire in carcere, perché in quell’inferno ci si arriva quando non si trova lavoro e non si ha nulla da dare da mangiare ai propri bambini . Venne dato l’avvio alla prima grande operazione di accoglienza e di affido che la città di Roma aveva prima di allora sperimentato. Molte famiglie che frequentavano l’ACSE vennero coinvolte direttamente nelle operazioni di affido dei loro bambini, vennero mobilitate parrocchie della città : Molti di noi parteciparono a quella grande mobilitazione e sperimentammo che l’accoglienza non è un problema ideologico ma del cuore , della capacità di ascoltare gli altri nella loro diversità di cultura e religione . Non accogliemmo quindi solo bambini ma tutta la loro famiglia superando così atavici pregiudizi e luoghi comuni. Padre Serra ebbe una grande intuizione quella di lavorare per il “rientro” di giovani laureati, provvisti di competenze tecniche e professionali da mettere al servizio dell’Africa perché le lusinghe del benessere allora come anche oggi , sottraggono grandi risorse intellettuali a quel Continente. Da quell’intuizione è nato il primo rapporto di “partenariato” all’interno del mondo comboniano , tra l’ACSE e l’associazione Economia Alternativa, rapporto che ora si è esteso ad altre associazioni quali Somirenec Amici per il Centrafrica e Terra di Tutti . E’ nel loro ricordo e nel loro esempio che queste iniziative vengono portate avanti . Desidero continuare le mie considerazioni sulle figure di Padre Bresciani e Padre Serra incentrandole sulle problematiche dell’affido. L’affidamento di un bambino fa parte delle grandi esperienze della paternità. Molti di noi sono padri nella “carne” nel senso che hanno generato figli, ma la paternità che nasce dall’affido ha caratteristiche profondamente diverse, è di natura “spirituale” , temporanea ma anche questa inserita nella grande linea della charitas , nel dono di sé. Pur essendo di natura più spirituale tuttavia è assai diversa da quella spirituale del religioso/a. E’ una ricchezza di cui gode non solo il padre adottante ma tutta la società , è un elemento trasformante del principio dell’accoglienza, non si può accogliere lo straniero alla porta di ingresso della città ma va accolto nella famiglia che è il nucleo centrale della società. . Nella mia famiglia sono entrati cinque “affidati”, quindi posso dire di aver fatto una ricca esperienza di tale istituto. Devo ringraziare padre Bresciani che , dandoci questa possibilità, ci ha fatto comprendere la ricchezza di questo tipo di amore. , ed ho sentito risuonare dentro di me le parole che Dio ha messo sulla bocca del profeta Ezechiele : “ Vi toglierò questo cuore di pietra, metterò dentro di voi un cuore di carne “. Ho fatto quindi diverse esperienze di paternità ma tutte nascono dal Cuore del Padre , questo è anche nella linea dello spirito comboniano, dalla contemplazione del “cuore Trafitto” nascono le diverse esperienze dell’amore. Quando senti operare in tè questa trasformazione , allora tutta la tua affettività, il tuo impegno verso gli altri senti che si apre a 360 gradi. Quello che io ho sentito molto probabilmente è stata anche l’esperienza di tanti altri e quindi la molteplicità di questi affidi ha generato una esperienza nella società che non va rimossa ma valorizzata . adriano

domenica 25 luglio 2010

I Respingimenti continuano a.3 n°15

ACSE on LINE anno 3 n15

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OGGI ACCADRA'. Toscana. Consulta, sì alla legge sull'immigrazione impugnata dal governo
Cristiano Lucchi
[23 Luglio 2010]
[da Toscana notizie] La Corte costituzionale ha dichiarato «inammissibile e non fondato» il ricorso del governo Berlusconi sulla Legge regionale che norma l’accoglienza, l’integrazione e la tutela dei cittadini stranieri in Toscana. E afferma: «Esiste un nucleo irriducibile del diritto alla salute protetto dalla Costituzione come ambito inviolabile della dignità umana». Quest’ultimo deve perciò essere riconosciuto «anche agli stranieri, qualunque sia la loro posizione rispetto alle norme che regolano l’ingresso ed il soggiorno nello Stato».
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Malta, i somali raccontano il respingimento
Fortresse Europe
[22 Luglio 2010]
Il racconto del respingimento, avvenuto sabato scorso, compiuto da una motovedetta libica con personale italiano a bordo. 28 somali sono stati portati a Malta, 27 sono detenuti in Libia. Quali i criteri di «selezione»? La denuncia: separate le famiglie, ci hanno fatto credere che la motovedetta ci avrebbe portato in Italia, ci hanno minacciato di lasciarci alla deriva in mezzo al mare
[Da Fortresse Europe] Emergono dettagli inquietanti sull’ultimo respingimento in Libia di sabato scorso effettuato da una motovedetta libica, con personale italiano a bordo, su richiesta delle autorità maltesi. Finora sapevamo che dei 55 passeggeri somali del gommone intercettato a 44 miglia da Malta, 28 erano stati portati a Malta – comprese 5 donne, di cui 3 incinte, e un bambino – e altri 27 respinti in Libia. Oggi sappiamo di più. E possiamo dire con certezza che alcuni nuclei familiari sono stati separati. Che c’è almeno un uomo nel centro di detenzione di Safi, a Malta, che sulla motovedetta diretta in Libia aveva la moglie incinta di sette mesi, e che adesso non la vedrà per anni, e che adesso teme possa accaderle il peggio nelle mani della polizia libica. I dettagli della storia sono stati pubblicati dal Times of Malta, in un articolo a firma di Kurt Sansone.
E non si è trattato di una svista. L’uomo ha dichiarato al Times of Malta: «Ho detto ai soldati maltesi che mia moglie era sulla motovedetta libica ma loro hanno continuato a insistere, volevano che anche io salissi a bordo con i libici per identificarla. Io ho rifiutato perché sapevo che se fossi salito, ci avrebbero respinto entrambi in Libia».
Intanto il portavoce del ministero dell’Interno maltese ha ribadito che le autorità nazionali non intendono aprire un’inchiesta sul caso. Secondo la versione ufficiale infatti «nei tre casi in cui i soldati sono stati avvisati dalle persone a bordo dell’unità maltese che erano accompagnati dalle mogli, le mogli sono state riunite con i rispettivi mariti sull’unità maltese». Sul tema ha espresso «grave preoccupazione» anche il Jesuit Refugee Service di Malta, esprimendo seri dubbi sul fatto che la Libia possa essere ritenuta un porto sicuro vista l’impossibilità di vedere garantito l’asilo politico, e dubitando che i 27 respinti abbiano «volontariamente» accettato di tornare a Tripoli, come riferito dalle autorità maltesi.
Ad oggi Malta rifiuta di rendere pubblici i criteri con cui sono stati selezionati i 28 somali da portare a terra e i 27 da respingere, ammesso che un criterio ci sia stato. Secondo i somali sbarcati a Malta, e in queste ore detenuti a Safi, inizialmente avrebbero fatto salire a bordo i più deboli per poi insistere con gli altri che salissero a bordo della motovedetta libica. Gli stessi ripetono che inizialmente era stato fatto loro credere che la motovedetta libica era diretta in Italia, visto che a bordo c’era personale che parlava italiano.
«A un certo punto – hanno dichiarato al Times of Malta – uno dei nostri amici che era salito sulla motovedetta si è accorto che c’erano anche dei libici e ha iniziato a gridare. A quel punto li hanno trattati male e un gruppo di noi che era ancora sul gommone ha rifiutato di salire. Insistevamo per salire con i maltesi, ma poi i soldati ci hanno minacciato di abbandonarci alla deriva in mezzo al mare se non salivamo con i libici. Abbiamo detto che era meglio morire in mare che tornare in Libia, perché quel posto è come l’inferno". Ma alla fine sono saliti. Un totale di 27 persone, tra cui 9 donne, alcune delle quali incinte. Di loro, ad oggi, non abbiamo più notizie.
Tags assegnati a questo articolo: malta, respingimento

sabato 24 luglio 2010

ACSE on LINE 14 - Richiesta di aiuti

Carissimi amici e benefattori ,

vi scrivo brevemente per informarvi che il nostro lavoro all'ACSE continua nonostante il caldo. I casi di necessità si presentano in continuazione. Con i soldi che voi ci avete mandato nel passato 2009 abbiamo aiutato :
444 immigrati nuovi, provenienti da Africa, Asia, Sud America ed Est Europeo più altri immigrati che sono arrivati in Italia negli ultimi 5 anni.
una cinquantina di famiglie in gravi difficoltà economiche;
diverse ragazze madri che con grande sacrificio hanno deciso di portare avanti la loro maternità;
una quarantina di studenti universitari africani con un piccolo contributo mensile;
una cinquantina di immigrati per corsi di inglese.
settanta studenti di informatica , con possibilità di ottenere la patente europea ECDL;
Una ventina di immigrati bisognosi di usufruire del nostro servizio legale;
Un migliaio di visite odontoiatriche a persone da poco arrivate in Italia.
molte centinaia di colloqui nel nostro servizio di accoglienza a persone da poco arrivate.Credo che per capire la trasformazione in atto nel mondo globale dobbiamo sentire cosa dice Frei Bento in un articolo apparso sul settimanale brasiliano “Correio da Cidadania (N°519) con il tritolo :” Europa . Primo mondo?”
DECREPITA EUROPA

L’Europa occidentale ha già raggiunto il culmine del suo benessere? Qual è il futuro di un vecchio Continente che non produce più scienza e tecnologia e che trasferisce le sue industrie in Paesi poveri in cui la manodopera è più a buon mercato? L’impressione è che l’Europa sia in una fase di stallo. Che si preoccupi solo di preservare il suo comfort. Che abbia perduto l’illusione dell’utopia, il vigore intellettuale, la densità della fede. Che è stato dei valori cristiani in questa società che esalta la competitività al di sopra della solidarietà, e che investe milioni in biogenetica e cosmetici, indifferente alla sofferenza di quattro miliardi di esseri umani che, secondo l’Onu, vivono al di sotto della linea della povertà?
Perché provocano tanta paura gli immigrati? Sono terroristi potenziali? Chi ha colonizzato le loro terre e succhiato le loro ricchezze minerarie e naturali, lasciando dietro di sé una scia di miseria e dolore? Perché l’Europa Occidentale guarda all’America Latina attraverso l’ottica del pregiudizio? …
Perché i templi cattolici europei sembrano accogliere più turisti che fedeli?... Perché tanti europei si mobilitano contro malattie (Aids, cancro…), incidenti (sulle strade e al lavoro) e violenze (terrorismo, guerra, omicidi…) ma si mostrano indifferenti di fronte al principale fattore di morte precoce, la fame? …Che futuro desiderano i cristiani europei per l’Europa e per il mondo? …Che segni di solidarietà effettiva con i poveri dell’Africa, dell’Asia e dell’America Latina si danno da parte dei cristiani europei?
Relegare nell’oblio le radici indigene dell’America è un modo cinico di tentare di coprire il genocidio commesso dall’impresa del colonialismo. Se c’è una realtà tragica a cui va giustamente applicato il termine “olocausto” è in America. Durante il primo secolo della colonizzazione sono stati assassinati milioni di indigeni. In nome della civiltà e della fede cristiana……L’etnocentrismo europeo, ancora oggi, impedisce che l’America sia riconosciuta nella sua identità, nella sua cultura e nei suoi valori. …Il diverso è apparso come divergente, lo strano come minaccioso, l’inusitato come maledetto.
Europa civilizzata?

Si parla del ritardo dell’America Latina, della povertà che condanna a una vita indegna 200 milioni di abitanti su un totale di 500 milioni, dei massacri di contadini in Guatemala e dei bambini di strada in Brasile. Ma cosa rappresenta questo di fronte alla quantità di morti delle due grandi guerre mondiali che hanno avuto l’Europa come teatro, all’eredità di miseria e genocidio lasciata dagli europei nelle loro colonie in Africa o alle attuali inique relazioni commerciali tra Nord e Sud del mondo?

C’è un altro principio pedagogico che l’Europa non è stata capace di assorbire: la testa pensa dove poggiano i piedi.
L’eurocentrismo è la malattia senile di una cultura che si è distanziata dalla realtà e il cui universo, pertanto, è collocato al di sopra della vita reale. È stato nella Germania di Kant, di Beethoven e di Einstein che Hitler trovò il brodo di coltura sfociato nelle atrocità del nazismo. Il Portogallo ha avuto Salazar, l’Italia Mussolini, la Spagna Franco… E oggi si può dire che l’Europa Occidentale sia lo spazio per eccellenza della democrazia?


Nell' anno 2009 si sono avute
Entrate per 115.624 €
Uscite per 96.484€
Nota:
Dobbiamo aumentare il fondo cassa per realizzare le spese di manutenzione del Centro che per l'anno 2010 -2011 assorbiranno 12.000€ extra per lavori allo stabile. Le richieste di aiuti per necessità immediate degli immigrati stanno aumentate con l'aumento delle difficolttà economiche mondiali. Purtroppo abbiamo dovuto spesso negare il nostro aiuto perchè i nostri fondi non potevano far fronte alle domande.
Comunque le grandi spese dell' ACSE si aggirano in media sulle quote seguenti:
1) Spese per il materiale odontoiatrico del nostro studio dentistrico, che lavora gratis per gli immigrati in necessità - 15.000 € annuali
2) Spese per gli aiuti in Borse di studio che diamo a studenti universitari immigrati + viaggi di rientro: - 25.000 € annuali
3) Spese per le famiglie di donne sole con figli e per gli immigrati che si trovano in difficoltà. tot. - 29.000 € annuali
4) Manutenzione del centro, personale , utenze e servizi, 28% del totale: - 27.000 €annuali

Vi ho presentato quanto spendiamo in media per le spese vive. Chiedo di aiutarci, sapendo che Dio saprà ricompensare la vostra generosità.


Voglio approfittare, prima che il Centro ACSE chiuda per il mese di Agosto, per farvi una richiesta concreta. Abbiamo una giovane camerunese TATOU ROSINE CHANTAL MWAMBA, attualmente studente all'università della sapienza di Roma nel terzo anno di medicina-
Lei riceve un piccolo aiuto da noi come Borsa di studio, ma non abbiamo la possibilità di aiutare anche suo figlio che vive in Camerun con la nonna, senza padre e senza il nonnno.
Attualmente si trova in difficoltà economiche e vorrebbe che qualcuno la aiutasse a far studiare suo figlio.
La somma richiesta per un anno di studi del bambino è di 300 €

Scrivo queste righe per offrire a voi l'occasione di fare del bene ad aiutare questo RAGAZZO
La mamma TATOU ROSINE CHANTAL MWAMBA si trova a Roma e abita in via Domenico dei Domenici, 15 00159 Roma
Il suo telefono è 3886965586
Il suo e -mail è rosiew2003@yahoo.fr
Potete mettervi in contatto direttamente con lei se volete: Tatou Rosine ,
oppure inviare il vostro contributo , specificando la motivazione, all' A..C.S.E.

ECCO I MODI PER INVIARE I CONTRIBUTI ALL' A.C.S.E.
ABBIAMO BISOGNO DEGLI IMMIGRATI, NON DIMENTICHIAMOLO.




MODALITA DI AIUTO ALL’ASSOCIAZIONE A.C.S.E

1° )Conto Corrente Postale n° 65180002 intestato a :
A.C.S.E. –ASSOCIAZIONE COMBONIANA SERVIZIO EMIGRANTI E PROFUGHI ONLUS
VIA DEL BUON CONSIGLIO, 19 -- 00184 ROMA

2° )Coordinate Bancarie IBAN : per chi volesse fare un bonifico: BANCA CARIM agenzia via Cavour ROMA
IT 50 L 06285 03201 CC 1000030203

3° )Se fosse un assegno dovrà essere intestato ad ACSE o A.C.S.E.
Nostra sede: via del buon Consiglio , 19 -- 00184 Roma tel 06- 6791669

4°) Lo stato ci consente di destinare il 5 x 1000 dell’IRPEF anche alla nostra associazione A.C.S.E. (Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi. Basta mettere la Vostra firma e il nostro CODICE FISCALE 96309310587
nell’apposito riquadro presente nei Moduli 730, UNICO ex 740 e CUD della vostra prossima dichiarazione dei redditi.
Vi preghiamo di diffondere ad amici e parenti questa opportunità.

GRAZIE E BUON LAVORO DA TUTTI GLI AMICI, SOCI E VOLONTARI DELL’ACSE !!!
P. Claudio Crimi
Missionario Comboniano
Direttore dell'A.C.S.E.