ACSE on LINE 3/5 2010

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martedì 27 ottobre 2009

ACSE On Line Ottobre










(Associazione Comboniana Servizio Emigranti e Profughi) anno 2 nº 8 Sett. Ott. 2009 Direttore: P.Claudio Crimi , missionario comboniano

Via S. Pancrazio 17b - 00152 Roma
Sede dell’ACSE Via del Buon Consiglio 19 – 00184 ROMA tel. +39.06.6791669

Collaboratori alla redazione: Filippo Marino, Nilda Rojas del Perú , Flavien del Burundi, Enrica Inghilleri Italia, Grazia Gaspari.

Editoriale: Una certa propaganda della parola “libertà”, staccata dal contesto concreto della “vita”, messa in bocca ai demagoghi di tutto il mondo, ha portato popoli interi alla rovina. Finchè non si capirà che” la mia libertà finisce dove comincia la libertà dell’altro”, non finiranno mai i conflitti, le ingiustizie e le oppressioni. Gesù Cristo ha parlato chiarissimo e ha detto:” la verità vi farà liberi”. Quindi ha unito indissolubilmente la “libertà alla verità”. Significa che non ci potrà mai essere libertà senza la verità Anche i ciechi capiscono che con soprusi e violenza non si va da nessuna parte.! Oggi qualcuno vuol far passare l’idea che il singolo sia il “il metro di giudizio della realtà”. Quindi oggi si cerca di far accettare come vera l’affermazione che l’uomo può fare quello che vuole, senza remore o principi morali, dimenticando responsabilità e conseguenze delle proprie azioni. Un intero nuovo vocabolario e nuovi concetti sono stati prodotti dall'etica globale postmoderna. Strombazzando come “diritto” il fare le scelte che si vogliono in tutti i campi delle relazioni umane. Ricorda l'Arcivescovo di Johannesburg. Il tipo di società che questa filosofia sostiene è una “società di morte”… C'è uno sforzo concertato per eliminare parole come verginità, castità, coniuge, marito, moglie, matrimonio ecc” (Agenzia Fides 23/1/2009 righe 34 parole 459)

Applicando gli stessi principi al problema degli immigrati , si spiega tutto il malessere che c’è nei loro confronti. In sostanza non si accetta che la terra sia di tutti e non si accetano i “Diritti dell’Uomo “, che l’Italia ha Firmato nel 1948. In sostanza ci sarebbe qualcuno che ha più diritto degli altri perché ha la forza, politica , sociale, economica , militare , religiosa , di schiacciare e opprimere gli altri minacciandoli di ogni male , perfino della morte. Come credete che funzioni la mafia? Minacce, lusinghe, avidità, violenza e morte.

Ecco il perché dell’intervento (10/8/2009 ) del Presidente della CEI Bagnasco che afferma: «Sembra che il bene e il male dipendano dall’opinione pubblica, cioè da ciò che gli altri - rappresentati come maggioranza - pensano sui valori.” In questo momento in vari paesi del mondo l i detentori del potere stanno minacciando, ammazzando, imbrogliando e opprimendo le varie opposizioni dicendo che lo fanno per difendere la libertà: Tutto ,pur di non perderlo il potere.
Noi dobbiamo reagire con decisione a questa ideologia che mina alla radice la costruzione della persona umana se non lo facessimo sarebbe il caos e il disastro mondiale. Tutti si scannano l’un l’altro per affermare la “loro verità” e la “loro ragione”, ma si lotta solo per on perdere il proprio potere, come d’altra parte succede in molti paesi del mondo dove, il potere in carica cerca di scalzare e distruggere l’opposizione con tutti i mezzi possibili: violenze, fucilazioni, massacri, guerre, sistemi mafiosi , ecc..


ULTIME dalla CAPITALE Dalle affermazioni precedenti , cercando al massimo “VERITA’e LIBERTA’” , dobbiamo coraggiosamente condannare come ingiusta la legge“ Pacchetto Sicurezza”.per cui vi informiamo che: SABATO 17 OTTOBRE 2009 , partendo alle 14,30 da piazza della Repubblica in ROMA ci sarà una grande manifestazione per chiedere che sia eliminata o cambiata questa legge dove viola i diritti degli immigrati. Siccome molti non la conoscono abbiamo pensato che fosse necessario e per sommi capi presentarla.


E’ una legge fondamentalmente ingiusto e causa ingiustizie ancora peggiori, la prima delle quali è quella di considerare “criminali” uomini , donne e bambini, solo perché non hanno un permesso di soggiorno! Non possiamo accettare i “Respingimenti in mare” in cui “le forze dello stato” , “per ordini superiori,” hanno violato i diritti fondamentali delle persone non permettendo loro neppure di presentare la richiesta di asilo a cui avevano diritto, e hanno riportato in Libia i naufraghi sapendo come sono trattati gli immigrati in un paese che non ha sottoscritto il riconoscimento dei diritti umani. Non possiamo accettare che si dia la caccia al clandestino come fosse una criminale incallito solo perché non ha un pezzo di documento in mano.
Ecco perchè presentiamo un breve riassunto delle conseguenze della legge “Pacchetto Sicurezza “ del 8 /08/ 2009



1° «La paura della criminalità alimenta tra gli italiani il senso di insicurezza e impedisce loro di considerare gli immigrati una risorsa. All’incirca 6 italiani su 10 sono convinti che la presenza degli immigrati in Italia abbia determinato direttamente un aumento del tasso di criminalità.”. Inizia con questa considerazione il Dossier della Caritas/Migrantes e dell’Agenzia Redattore Sociale del 2009. Per dare una risposta alle paure e agli interrogativi sul rapporto (per alcuni oramai binomio inscindibile) criminalità-migranti, il Dossier ha preso in esame gli archivi giudiziari e la stampa che dà un’eco diversa alle notizie in cui sono gli immigrati ad essere vittime degli italiani e non viceversa. Il numero di reati nel contesto europeo e in quello italiano, nella conclusione del ministero dell’Interno la situazione percepita è che non esiste alcuna emergenza criminalità.”
I reati denunciati (furti, rapine, truffe e omicidi) sono in diminuzione. Nel 2008 il loro livello complessivo è uguale a quello registrato nel 2006 che a sua volta era simile al dato del 1990. Stessa cosa per gli stupri, sono in diminuzione, con una considerazione: una donna italiana corre più rischi a subire violenza dal proprio partner (69%) che dagli stranieri (10%), ma alla ribalta dei media arrivano per lo più (quasi esclusivamente?) quelli stranieri.

2°L’ONU e gli stessi Vescovi della Chiesa Africana, riuniti nel Sinodo Africano in Roma , hanno denunciato le situazioni di ingiustizia e di violazione dei diritti che questa legge provoca .
In carcere chi affitta ai clandestini
Cosa dice concretamente questa legge? Ecco alcuni esempi più importanti.
I pubblici ufficiali denunceranno chi è senza permesso. Esentati medici e insegnanti.

Di MARCO CASTELNUOVO
ROMA
Fu il colpo di teatro del primo consiglio dei ministri del nuovo governo Berlusconi, nel maggio 2008. Il «pacchetto sicurezza», da oggi(8/8/2009) entra a tutti gli effetti in vigore. Cambiano le regole per gli immigrati (e per chi li aiuta), ma non solo. Massima attenzione anche a sicurezza stradale e decoro urbano: vengono inasprite le sanzioni per chi guida ubriaco o sotto effetti di stupefacenti mentre si prevedono tempi duri per i graffittari nelle città.

Reato di clandestinità
È il punto centrale e più controverso di tutto il provvedimento.
Chi entra o soggiorna illegalmente in Italia commette un reato punibile con un’ammenda da 5 a 10 mila euro. Sarà istruito un processo davanti al giudice di pace che lo espellerà per direttissima. I Cpt (centro di permanenza temporanea) diventano Cie (Centro di identificazione e espulsione). La permanenza massima degli immigrati irregolari in tali strutture può arrivare a 180 giorni.

Tassa di soggiorno
Per ottenere o rinnovare il permesso di soggiorno si dovrà superare un test di italiano e pagare una tassa che va dai 60 ai 200 euro. Il permesso di soggiorno diventa necessario per qualsiasi atto pubblico: chi non ce l’ha non può accedere ai pubblici servizi. Viene istituito l’accordo di integrazione, una sorta di «permesso a punti», articolato su crediti. Sarà più difficile organizzare matrimoni cosiddetti «di convenienza». La cittadinanza italiana per matrimonio potrà essere richiesta dopo due anni di residenza. I pubblici ufficiali hanno l’obbligo di denunciare un irregolare. Dalla norma sono esclusi medici e presidi. Salvacondotto per i neonati: possono essere registrati anche se figli di clandestini ma solo nei primi sei mesi.

In prigione chi affitta
Avere a che fare con un clandestino può comportare gravi conseguenze anche per un regolare cittadino italiano. Si rischia difatti il carcere da sei mesi fino addirittura a tre anni se si affitta una casa o una stanza a uno straniero irregolare.
Ci sono anche altri punti di questa legge che si riferiscono ad altri temi, ma in qualche modo più comprensibili e sono:

Ronde al via
Riservate a volontari, disarmate, autorizzate. Eccole qua, le ronde. Associazioni di cittadini che potranno segnalare alle forze dell’ordine situazioni di pericolo. Non possono intervenire direttamente ma solo allertare polizia e carabinieri. Sono anche vietate le divise nonché simboli di partiti politici, né potranno ricevere contributi da parte dei Comuni. Nel regolamento è previsto che le «squadre» non possano essere formate da più di tre persone, che debbano avere più di diciotto anni e nessun precedente penale.

Schedati i «barboni»
Sarà istituito presso il Viminale il registro delle persone «che non hanno fissa dimora», i cosiddetti «clochard». È previsto un albo anche per i buttafuori delle discoteche e dei locali notturni.

Norme antiracket
Gli imprenditori devono denunciare le richieste di pizzo che subiscono. Se non lo fanno vengono esclusi dalla possibilità di partecipare alle gare di appalto.

Inasprito il 41bis
Ulteriore stretta sul carcere duro ai condannati per reati di mafia. I detenuti sottoposti a regime speciale saranno ristretti all’interno di istituti a loro dedicati, per lo più sulle isole. I colloqui con i familiari saranno sempre registrati; ridotti a tre gli incontri settimanali con i difensori e a maggiori restrizioni sarà sottoposta anche la permanenza all’aperto.

Sicurezza urbana
Spray sì, spray no. Permesso lo spray al peperoncino, la bomboletta che già molte donne all’estero tengono in borsetta come strumento di autodifesa. D’altra parte tempi duri per «gli artisti» che imbrattano i muri delle città. È previsto il carcere fino a tre mesi e multa da mille a tremila euro per chi danneggia cose di interesse storico o artistico. Mille euro di multa anche per chi vende bombolette spray ai minori.

Per capire la pericolosità del “pacchetto Sicurezza” sentite questa che è già capitata::
Un giovane bengalese che ieri sera ha fatto arrestare tre rapinatori a Torino avrà come premio: una denuncia. È uno dei primi risultati del cosiddetto “pacchetto sicurezza” varato dal governo e sponsorizzato dalla Lega.

È successo tutto ieri notte. Lo hanno circondato mentre camminava in strada, nel cuore della notte estiva di Torino. Uno spintone, una bottiglia di vetro puntata alla gola, e il giovane asiatico è stato costretto a consegnare al branco il portafogli. Ma poi ha chiamato la polizia e ha fatto arrestare i suoi rapinatori. Un gesto di onestà che, per le nuove norme sulla sicurezza, gli è costato caro: privo di permesso di soggiorno, è stato denunciato per il nuovo reato di clandestinità.
La soddisfazione di aver fatto arrestare i suoi rapinatori - Ionel Viorel Ardelanu, 18 anni appena, Adrian Pedru Lupu e Iulian Constantin Nastasa, entrambi di 20 anni - deve essere durata pochi minuti. Così come quella di vedersi restituito il portafogli. I pochi spiccioli che aveva dentro non gli basteranno certo a pagare l'ammenda - da 5 a 10mila euro - prevista per il nuovo reato.
10 agosto 2009 Dall’ UNITA’

Pacchetto sicurezza: in vigore dal . 8/8/2009! Non tacciono le critiche dei missionari


In primo piano


Giorgio Beretta Sabato, 08 Agosto 2009. Immigrati africani in Italia




Entra oggi in vigore la legge recante "Disposizioni in materia di sicurezza pubblica" (il cosiddetto "Pacchetto sicurezza") approvato con voto di fiducia dal Parlamento lo scorso luglio. La nuova legge sulla sicurezza colpirà soprattutto chi è senza permesso di soggiorno, ma renderà più difficile e costosa anche la vita degli immigrati regolari. Per quanto riguarda invece gli immigrati non in regola con il permesso di soggiorno la legge prevede pesanti ammende da 5 mila a 10 mila euro e l’espulsione.



"Tutti tranne le colf e badanti se avranno un datore di lavoro disposto a metterle in regola" - sottolinea un articolo di Nigrizia che ha intervistato in proposito l'"avvocato di strada" Marco Gastaldo. Il Governo ha infatti concesso una via di fuga, approvando in via definitiva e con voto di fiducia a Camera e Senato, il 1 agosto, il decreto legge che permette la regolarizzazione di colf e badanti. "Leggi propaganda - le definisce Marco Gastaldo che nell'intervista a Afriradio a fianco, elenca una serie di gravi lacune del testo normativo. "Un testo che si ferma ai proclami, che non specifica, ad esempio, cosa accadrà al badante il cui assistito dovesse decedere, o che rischi corre il datore di lavoro che si è auto-denunciato per permettere l'emersione di un rapporto di lavoro illegale, nel caso in cui la richiesta venga respinta. In attesa di eventuali direttive che colmino queste fondamentali lacune, quanti datori di lavoro rinunceranno per paura?" - si chiede Gastaldo.


In questi mesi sono state moltissime le prese di posizione delle associazioni cattoliche e del mondo missionario contro il "Pacchetto sicurezza". "Parlamento e Governo hanno avuto una visione poco realistica delle cose, ma forse gli intenti erano altri: non certo quelli di risolvere i problemi dell'immigrazione irregolare in Italia nè della sicurezza dei suoi cittadini" - aveva denunciato Oliviero Forti, responsabile dell'Ufficio immigrazione della Caritas italiana.

Le Acli in una nota si sono dette "seriamente preoccupate" per le conseguenze del disegno di legge sulla sicurezza che favorisce "nei fatti e nelle intenzioni, un clima pericoloso di paura e di sospetto che alimenterà la clandestinità anziché combatterla, renderà gli immigrati irregolari ancora più invisibili, soprattutto sui posti di lavoro, provocherà forti limitazioni nell'esercizio dei diritti fondamentali, complicando la vita degli stessi immigrati regolarmente residenti".
Oltre 100 religiosi hanno sottoscritto l'appello 'Onoriamo i poveri' , chiede di attuare pratiche di accoglienza, di solidarietà e di disobbedienza pubblica verso le norme contenute nel pacchetto sicurezza. L'appello lanciato dall'associazione 'Beati i costruttori di pace' e ripreso da diversi siti cattolici non intende proporre i religiosi "come oppositori politici", ma "come portatori di una necessità pastorale e civile, dichiarandoci obiettori di coscienza". Il settimanale cattolico 'Vita Trentina' ha lanciato una petizione online a favore dell'appello - promosso da asociazioni laiche e cattoliche - "Pacchetto (in)sicurezza? Noi disobbediamo!" che chiede ai referenti politici "sostanziali modifiche alla legge", ai pubblici ufficiali di "praticare la disobbedienza civile" e alla cittadinanza di "sostenere tutte le iniziative di accoglienza, solidarietà e tutela dei diritti fondamentali di ogni persona".

Nel mondo missionario italiano vanno segnalati numerosi interverventi rilanciati puntualmente dall'agenzia di stampa Misna. In una nota il massimo organo dei missionari italiani, la Conferenza degli istituti missionari italiani (Cimi), ha espresso "sconcerto per quanto riguarda i provvedimenti sul tema degli immigrati". "Il decreto 'Sicurezza' è stato approvato alla Camera e al Senato della nostra Repubblica con voto di fiducia, ma non certo in un clima di fiducia" - sottolinea la Cimi. La Conferenza dei missionari è "ben consapevole che ogni stato ha il diritto-dovere di regolare le migrazioni, in pieno rispetto dei diritti umani dei propri cittadini e anche di ogni persona al mondo, come richiede la Costituzione della repubblica". Ma ribadisce che "come missionari siamo testimoni delle tragiche situazioni in cui sono costretti a sopravvivere centinaia di milioni di persone e famiglie a causa dell'impoverimento forzato e dei numerosi conflitti, con responsabilità anche internazionali". Il provvedimento "dichiarando colpevole di "reato" ogni immigrato clandestino, la legge colpisce le persone più deboli, lasciando impuniti quegli organismi (noti o clandestini) che sono coinvolti - in modo illegale e criminoso - nel reclutamento, trasporto e sfruttamento dei migranti" - denuncia la Cimi.

Particolarmente attenta al problema è stata - come detto - la voce del mondo missionario italiano, l'agenzia di stampa Misna. Ieri la Misna proponeva quattro articoli sul tema tra cui un'intervista a padre Vincent Mwagala, vice-parroco di origini tanzaniane a Lampedusa. "La legalità non deve avere né colore né nazionalità, le regole devono essere uguali per tutti” - sottolineava padre Mwagala. A proposito dell’introduzione del reato di ‘clandestinità’ il missionario afferma: "Se è giusto che uno straniero entri in Italia con un regolare visto (ma non dimentichiamo i potenziali richiedenti asilo in fuga da guerre e situazioni estreme) dovrebbe essere altrettanto giusta un’azione dello stato per garantire i diritti di cittadini stranieri che lavorano a migliaia in nero, senza alcun diritto, con paghe molto al di sotto della media, per datori di lavoro italiani che in questo modo eludono tasse e si arricchiscono alle spalle di emarginati della società. Per non parlare della burocrazia e delle lungaggini e complicazioni che ostacolano la possibilità di una permanenza regolare perfino quando se ne avrebbe diritto”.

Intanto c'è una prima vittima del "Pacchetto sicurezza": nei giorni scorsi a Ponte San Pietro (Bergamo) si è tolta la vita una ragazza marocchina di 27 anni, Fatima Aitcardi. Il fratello Mohamed - che ha un regolare permesso di soggiorno - ha raccontato che Fatima era disperata perché aveva tentato in tutti i modi di regolarizzare la sua posizione ed era terrorizzata dalla scadenza di oggi per l’entrata in vigore della nuova legge. [GB]

Questo messaggio di ACSE on LINE deve servire per permetterci di prendere coscienza di quanto sta succedendo in Italia che ha imboccato una china pericolosa e che, con questo sistema, invece di risolvere, complica il problema della presenza degli immigrati nel nostro paese. Non vorremmo che questo allarme fosse ignorato come sono stati ignorati gli avvisi di frane nell’ultimo disastro tragico di Messina.
P.Claudio Crimi

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